Veratti Stefania - Pazzi per l'Arte

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Veratti Stefania




Recensione della Dott.ssa Veratti Stefania

La sua tecnica è lasciare spazio all’anima. Questa è la caratteristica principale di Valerio Pazzi, pittore che spicca, proprio per questa sua sensibilità, in una società che ha sempre meno tempo da dedicare alle emozioni. Pittore autodidatta originario di Bondeno, piccolo paese della campagna ferrarese, Valerio Pazzi si impone tra gli artisti del momento per la capacità dei suoi dipinti di rimanere impressi nella memoria di chi ha la possibilità di osservarli. La semplicità dei soggetti, l’immediatezza delle forme, la capacità di trasportare l’osservatore in un mondo lontano di sogni e speranze, tutte queste cose si accompagnano a profonde riflessioni interiori, che danno vita a paesaggi metafisici, in cui la solitudine e l’abbandono sembrano ritornare come un elemento fisso. Personaggi solitari, gabbiani in volo, barche desolate, cabine balneari abbandonate, ombrelloni lasciati soli a fronteggiare l’impetuosità del vento che viene dal mare, sono gli elementi ricorrenti dei dipinti di Pazzi, che fanno ripensare contemporaneamente ai soggetti solitari dei grandi pittori romantici, ai paesaggi desolati di Kaspar David Friedrich, ai campi popolati solo da corvi di Vincent Van Gogh, ma anche agli artisti del secolo successivo, i grandi esponenti della Metafisica: non sembra azzardato dire, in questi termini, che alcune barche, alcuni ombrelloni, unici soggetti presenti in paesaggi resi vivi solo dal vento e dal profumo del sale, appaiono fuori posto come i soggetti dell’assurdo dei dipinti di Giorgio de Chirico e di Renè Magritte, i tromboni incendiati su superfici fredde, i pesanti sassi galleggianti in aria. Fuori posto, abbandonati al loro destino, in una stagione che non è più la loro.

‘L'urlo di Nettuno’ in particolare, in cui la roccia sembra urlare al mare, oltre ad esprimere lo stile 'personale' di Pazzi, ricorda proprio la metafisica di De Chirico. Non solo per l'idea di abbandono che lascia, ma anche per il soggetto stesso del Dio classico. Ed è immediato pensare, per la precisione, a ‘Le Chant d'Amour’, di De Chirico, in cui compaiono un guanto, una palla e la testa di una statua di un Dio dell’età classica.

Altrettanto metafisico 'Vento di Libeccio', tra le cui pennellate si sente il vento, ma soprattutto si sente la solitudine della barca e di due ombrelloni che sembrano sentirsi assolutamente fuori posto. Un altro paesaggio vibrante di sentimento e di vita, pur senza quasi mai apparire come vita vissuta. Paesaggi paralleli, in questo caso il personaggio, il protagonista, è il vento, ma è anche la barca, da sola, abbandonata al suo destino, forse per un momento soltanto, ma forse per sempre. E i due ombrelloni, lasciati chiusi. Per l'inverno o per sempre.

Quando Pazzi dipinge la mano è comandata dal cuore, da quello che sente dentro. Non esiste lo stesso stato d’animo che in un momento singolo della vita, perché ogni momento, ogni stato d'animo, ogni percezione di qualcosa, è sempre un momento a sé, un insieme di sensazioni e sentimenti che non si ripeteranno più, se non per caso, e che danno vita a quello che il pittore ha dentro, e gli permettono di rappresentarlo. E ogni singolo quadro è immagine di questi stati d’animo, queste emozioni e questi sentimenti, e in questo è probabilmente il punto di forza dei dipinti di questo artista, nel saper dare personalità, quindi vita, attraverso i colori, al proprio cuore e alla propria interiorità.

Van Gogh, alla stessa maniera, dipingeva per esprimere il tormento che aveva dentro di sé. Così come l’emiliano Ligabue, poteva forse essere capito quando dipingeva tigri e animali esotici nella pianura Padana? Era a suo modo originale, eppure esprimeva semplicemente quello che sentiva dentro...

Valerio Pazzi, con il suo modo di essere sincero e profondo, sa imprimere vita a paesaggi che altrimenti sarebbero morti, mossi solo dal vento e dalle onde. La staticità dei suoi personaggi, assolutamente privi di movimenti, non impedisce loro di provare sentimenti, di sentire la solitudine, di provare l’ansia dell’attesa, di vivere emozioni.

Elemento fisso di tutti i dipinti, il mare. Si sente il profumo del sale, si sente il rumore delle onde. Solo il mare appare veramente vivo, tra tutti i soggetti rappresentati. Solo il mare, unico, incontrastato protagonista dei quadri di Valerio Pazzi, pittore semplice e romantico.

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Stefania ti ricordiamo con affetto.

 
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